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Vi siete mai soffermati ad osservare come la luce naturale entra nelle vostre case? Di come a seconda del momento della giornata, delle aperture da cui penetra o dalla sua intensità si vadano a generare giochi di luce e ombra in continua mutazione.

Palazzo della Civiltà Italiana, foto Niccolò Chiamori

La luce è un elemento che caratterizza pienamente le nostre vite. Lo spazio in cui viviamo è caratterizzato da un insieme di volumi cavi che si relazionano tra di loro. Attraverso queste composizioni la luce penetra e si insinua andando a colpire in modo diverso superfici e geometrie.

A seconda di come interagisce con tali forme si ottiene un’illuminazione diffusa, oppure fasci ben direzionati. Ombre nette e altre soffuse, piuttosto che una luce filtrata.

Un bellissimo progetto di Fan Ho, fotografo e regista cinese, racconta con le sue fotografie la Hong Kong degli ’50 e ’60: il mezzo principale è l’uso mirato della luce. Le immagini risultanti sottolineano le forme colpite dai raggi e le ombre ne rimarcano la profondità.

© Sun Rays 1959 – Hong Kong Yesterday – Fan Ho

Proprio per via di questa natura duttile della luce, i progettisti nel corso dei secoli hanno sempre studiato il modo per farla diventare un elemento costitutivo della progettazione stessa. Dapprima incanalando la luce naturale, successivamente modellando quella artificiale.

Ma perché la radiazione luminosa è così importante?

Iniziamo facendo un discorso molto pratico. Saper integrare correttamente la luce in uno spazio è fondamentale per sfruttarne i vantaggi:

  • l’illuminazione del sole, essendo naturale, viene percepita dall’uomo in modo positivo portando netti benefici psico-fisici
  • essere in grado di controllare la radiazione che colpisce uno spazio permette di ottimizzare luminosità e calore
  • sfruttare al massimo la luce naturale permette di avere un minor utilizzo di energia e quindi un impatto ambientale ed economico minore.
  • chiaramente potenziare questi vantaggi porta ad un incremento della qualità della vita

© New York, Grand Central Terminal 1954, luce che entrava nella sala grande prima della costruzione di edifici davanti le aperture.

“Architectura sine luce nulla architectura est”

Alberto Campo Baeza

Per questo un progettista è in grado di aiutarvi a individuare la strategia per ottimizzare al meglio questi aspetti. Infatti questo risultato è raggiungibile impostando al meglio il corpo di un progetto.

Effettivamente la storia ci insegna è che la luce ha da sempre modellato gli edifici. Dapprima la ricerca della giusta illuminazione, successivamente lo studio di come manipolarla in modo suggestivo, sono stati tra i motori trainanti dell’evoluzione architettonica.

Di conseguenza avvengono continue evoluzioni nel dialogo tra progetto e luce. Ad esempio l’introduzione di nuovi materiali come il vetro, l’acciaio o addirittura il cemento: una svolta che ha permesso di moltiplicare gli effetti della luce! Strutture con maggiori aperture, pareti vetrate con cui filtrare ed armonizzare la radiazione luminosa, piuttosto che nuove forme sinuose su cui far scivolare i raggi solari.

© Casa de Vidro / foto: Nelson Kon

Dunque arriviamo ora al secondo aspetto importante: quello percettivo.

Da sempre è stato attribuito alla luce un valore mistico. Questo per via dalla sua capacità di trasmettere ed enfatizzare la percezione di uno spazio. Provate a immaginare anche solo come si comporta la luce nella vostra casa. Il sole che filtra alla mattina, piuttosto che gli ultimi raggi solari rossi e intensi che colpiscono il vostro salotto nelle ultime ore della giornata.

Sicuramente il ricordo viene accompagnato da piacevoli sensazioni. Naturalmente per questo motivo nello studio di un ambiente è fondamentale saper dirigere al meglio l’illuminazione naturale. Plasmarla, incanalare i raggi luminosi, fargli colpire e accendere le forme, equilibrare i ruoli di luce e oscurità.

Interno Sagrada Família, Barcelona – Antoni Gaudí

Chiaramente dove non arriva l’illuminazione naturale ecco che l’artificiale gioca un ruolo essenziale. Tuttavia illuminare non vuol dire piazzare una lampada in mezzo ad una stanza. Esistono processi progettuali che studiano la conformazione dello spazio per garantire la migliore luce possibile: lampade a muro, a terra, led incastonati nelle partizioni oppure fili di neon che percorrono lo spazio (come abbiamo approfondito qui). Le soluzioni sono innumerevoli e permettono di generare combinazioni sempre innovative. 

Molti designer si sono susseguiti nei secoli per progettare le migliori lampade: da Louis Comfort Tiffany con la sua artistica lavorazione del vetro, ai fratelli Castiglioni con la loro rivoluzionaria lampada Arco. Non a caso l’industria dell’illuminazione ha un ruolo molto importante oggi e continua a far evolvere il nostro modo di vivere uno spazio. Ad esempio in questo articolo abbiamo approfondito la nuova lampada di Artemide capace di unire due aspetti fondamentali delle nostre vite: luce e cibo.

Tuttavia, per quanto il mondo legato al design della luce sia affascinante, è essenziale non dimenticare l’importanza dell’illuminazione naturale.

“Mentre la tecnologia dell’illuminazione artificiale sta facendo passi da gigante, stiamo gradualmente perdendo la nostra componente fisica e la sensibilità innata alla luce naturale”

Tadao Ando, “La conquista della luce”

Come ci suggerisce l’Architetto Tadao Ando nella sua riflessione, tendendo a favorire lo sviluppo tecnologico rischiamo di allontanarci sempre di più dalla nostra dimensione reale. Pertanto è essenziale integrare nella progettazione l’uso sapiente della luce naturale. Sia per limitare il sempre più pesante impatto ambientale, sia per riappropriarsi del dialogo tra uomo e luce.

© Festival, 1984, foto di Tadao Ando