Oggi vogliamo farvi vivere lo spazio in maniera diversa.
Un viaggio che metterà in discussione la vostra idea di superficie, luce e colore. Questo è quello che scopriremo oggi attraverso il lavoro di una grande Artista contemporanea.
© Studio Interior Design – Casa Leonardo
Pensate a quando posizionate degli elementi nella vostra casa, in una stanza. Potete mettere un mobile in mezzo ad una stanza. Oppure accostarlo ad una parete. Indubbiamente starà lì, statico nello spazio, nella posizione che avete individuato.
Invece ora immaginate di appendere un quadro al muro. Semplice, una superficie addosso ad un’altra superficie. Tuttavia cosa accadrebbe se improvvisamente il disegno del quadro iniziasse a muoversi? Se i segni che lo compongono uscissero dalla superficie bidimensionale e si muovessero liberi diventando tridimensionali!
© Carla Accardi – 1950 Foto Benedetto Patera
Questa sensazione incredibile accade trovandosi davanti ad un’opera di Carla Accardi (Trapani, 9 ottobre 1924 – Roma, 23 febbraio 2014)
Si è conclusa Domenica 27 Giugno la meravigliosa mostra sull’artista italiana presso il Museo del 900 di Milano. L’esposizione fa parte di un filone celebrativo “I talenti delle donne” voluto dalla Città per celebrare donne artiste.
Dunque un’iniziativa a cui Carla Accardi ha sicuramente meritato di far parte. Naturalmente dimostrando un talento incredibile, talvolta limitato a pochi intenditori.
Nella foto accanto la Accardi mentre sperimenta la “Pittura di luce” con una lampadina e la tecnica fotografica della doppia impressione.
La Accardi ha sviluppato il suo percorso artistico nel dopoguerra e il suo obbiettivo è stato quello di sperimentare, distaccarsi dall’arte tradizionale. Nondimeno anche ascoltando le sue interviste traspare la volontà di individuare un proprio modo di fare arte, una sua personale espressione.
Quella che scopriremo oggi è il suo “linguaggio dei segni”.
Segni che nascono su una superficie bidimensionale, ma che hanno la forza di uscire ed attraversare lo spazio. Caratteristica principale della produzione dell’Artista. Effettivamente una sorta di scrittura essenziale in cui gli elementi acquisiscono un ritmo, movimento.
Osservando queste opere percepiamo il dinamismo di questi tratti che diventano energia pura. I colori sembrano emanare naturalmente luce. Sensazione che la Accardi ha voluto enfatizzare utilizzando tinte fluorescenti o accostando particolari colori. I segni ondulati a contatto con lo sfondo generano un effetto ottico-percettivo che emana luce bianca. Perciò questa tecnica viene definita dall’artista “additiva” perché aggiunge luce all’opera.
«Più che i colori, io amo da sempre gli accostamenti e l’emanazione di luce che ne deriva»
Tuttavia la sperimentazione non si limita all’uso dei colori.
Infatti un periodo vede protagonista il binomio bianco-nero. L’artista traccia su sfondi completamente neri dei tratti vorticosi bianchi. Invertendo l’approccio convenzionale, i quadri sembrano diventare una sorta di “scrittura rovesciata”.
Nonostante questa quinta scuro, anche in questo quadro l’elemento luminoso è presente. Gli elementi bianchi sembrano galleggiare su un mare nero che funge da contrasto e accende la composizione.
Studio di proporzioni del corpo noto come Uomo Vitruviano
Infine, tra le sperimentazioni suggestive, troviamo l’utilizzo di un supporto non convenzionale: il sicofoil, o acetato di cellulosa.
Una sottile superficie trasparente che incentiva ancora di più le interpretazioni dimensionali. Inoltre questa pellicola era un materiale di consumo ed effimero perché di difficile conservazione.
Con questa scelta la Accardi muoveva silenziosamente la sua lotta contro il sistema patriarcale dell’arte e della sua mercificazione. Grande esponente del movimento femminista all’epoca, la sua voce ha una eco che permane ancora oggi attraverso le sue opere.
la trasparenza del supporto lascia intravedere ciò che si cela dietro l’opera diventando un elemento permeabile ingloba lo spazio.
Inoltre la superficie e malleabile e i fogli vengono tramutati in forme come coni e cilindri: la pittura bidimensionale diventa tridimensionale.
Ora i segni vengono essenzializzati ulteriormente e possono combinarsi tra di loro. Fogli sovrapposti danno vita a opere stratificate in cui si raggiunge un’esplosione di energia. La frequenza dei segni si intensifica e la vibrazione emessa diventa più forte.