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Una buona parte del nostro tempo viene impiegato lavorando. Proprio per questo motivo nel corso dei secoli il legame tra l’attività lavorativa e la società è sempre stato molto forte. Di conseguenza gli stessi cambiamenti sociali hanno influito molto sulla sua organizzazione andandone a mutare nel tempo molti aspetti.

Oggi vedremo come lo spazio lavorativo sia mutato ripercorrendo una selezione di passaggi fondamentali che ci porteranno ai giorni nostri.

San Girolamo nello studio / Antonello da Messina 1475
National Gallery, Londra

Ritratto d’uomo (presunto autoritratto) / Antonello da Messina 1476
National Gallery, Londra

Partiamo la nostra analisi da un quadro che è diventato manifesto dell’attività intellettuale: San Girolamo nello studio.

Antonello da Messina in quest’opera rappresenta il Santo intento a leggere in uno spazio molto particolare. Lo Studio in cui il protagonista viene rappresentato è un’ambiente caratterizzato da una struttura articolata per supportare il lavoro intellettuale.
Infatti prima ancora dell’avvento degli uffici, era comune progettare lo studio del singolo: uno spazio sviluppato in base all’organizzazione del suo lavoro.
Queste prime postazioni, che potevano avere scopi laici o religiosi, erano impostate in modo che l’individuo disponesse di tutto l’occorrente. Dallo scrittorio e la seduta, al calamaio ed il pennino. Le prime testimonianze di arredo per il lavoro risalgono alla seconda metà del Trecento. Elemento fondamentale che caratterizzava l’ambiente era la presenza di un’apertura per l’ingresso della luce, posizionata a sinistra per illuminare correttamente il piano di lavoro.

Nei monasteri tali postazioni risultavano essere le celle dei monaci. Erano stanze posizionate affiancate tra di loro, solitamente intorno ad uno spazio comune: il chiostro. Questo assetto a celle ispirò la disposizione interna dei primi palazzi per uffici.

Successivamente subentrò la necessità un’organizzazione aggregata che rendesse il lavoro più fluido. In altre parole, realizzare un edificio che permettesse di lavorare nello stesso luogo favorendo lo scambio di informazioni e le collaborazioni. Si passa così dalla singola unità spaziale ai complessi contenenti uffici adibiti a funzioni che seguono lo stesso flusso.

Uno dei primissimi palazzi per uffici con questo scopo è famoso in tutto il mondo. Stiamo parlando degli Uffizi di Firenze. Infatti nel 1560 il duca Cosimo I de’ Medici volle riunire in uno stesso edificio 13 uffici, ovvero le più importanti magistrature fiorentine. Lo scopo di questa scelta era quello di consolidare il nuovo Governo e di poter avere un diretto controllo sugli uffici stessi.

Questa idea di tenere sott’occhio l’operato dei proprio dipendenti senza dare nell’occhio venne ripresa secoli dopo con l’avvento dei primi open space dell’era capitalista.
I singoli uffici per pochi impiegati vennero infatti sostituiti da grandi ambienti aperti in cui disporre le scrivanie da lavoro.

Tuttavia oltre ad un maggiore controllo, spazi lavorativi di questo tipo portavano a molti vantaggi.

Nell’epoca della standardizzazione l’elemento principale diventa la gestione ottimale dei flussi di lavoro. Questo assetto consentiva un maggior controllo sulla “catena di montaggio” rendendola ulteriormente agile grazie ad una postazione di lavoro studiata ad hoc e replicabile. Grandi architetti si sono cimentati nella realizzazione do uffici che combinassero praticità e qualità dello spazio. Il maggior esempio dell’epoca può essere identificato con il Johnson Wax Administration Building di Frank Lloyd  Wright. Un progetto sicuramente avanguardista che sarà un riferimento per la nascita dell’Office Design. Questo nuovo approccio nasceva infatti nei primi decenni del 900 negli Stati Uniti, ma ebbe il suo grande sviluppo solo nel secondo dopoguerra.

© SC Johnson / Johnson Wax Administration Building di Frank Lloyd Wright, 1936

Senz’altro l’avvento di una progettazione ponderata degli spazi di lavoro che ne incrementasse la qualità favorì uno stile di vita degli impiegati migliore.

Successivamente negli anni 80-90 l’introduzione dell’informatica diede un ulteriore slancio arrivando a quella concezione di ufficio “more home / less office”. Un passaggio che porterà ad avere un ambiente di lavoro sempre meno rigido ed impostato che si riflette sulla struttura stessa dello spazio.

Come lo spazio di lavoro, anche la casa ha a sua volta avuto un’evoluzione con lo smart working. Se siete curiosi potete leggere questo articolo.

Viene raggiunta una migliore concezione di open space: non può volta al dispotico controllo, ma incentrata a migliorare l’esperienza lavorativa.
Spazi con i migliori confort, aree relax, sale riunioni permeabili e in alcuni casi anche uno stile casual che rende l’atmosfera dell’ufficio meno istituzionale e più rilassata.

Uno degli esempi attuali più famosi è dato dalle sedi Google sparse in tutto il mondo. Un’esperienza lavorativa presso una delle loro strutture dev’essere molto interessante!

Rimanendo in tema vi consigliamo un film che mette in netto confronto il passato e il futuro dell’esperienza lavorativa!