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Nel corso dei secoli l’evoluzione della nostra società ha portato ad abituarci alla “concrete jungle”, ovvero la giungla di cemento che costituisce la metropoli urbana. Tuttavia questo particolare periodo ci sta riportando a desiderare un ritorno alla natura nella sua concezione sempre più selvaggia.

Ecco allora che oggi torniamo agli albori diventando esploratori: scopriamo la giungla!

The Dream – Henri Rousseau 1910
Museum of Modern Art, New York

Come accennato all’inizio, decennio dopo decennio, l’uomo ha sostituito progressivamente il contesto naturale e selvaggio con un habitat urbanizzato in cui vivere (o sopravvivere).

Dunque cos’è successo ultimamente?
La pandemia mondiale ha accentuato ancora di più un processo in corso da tempo. La consapevolezza delle conseguenze di questa urbanizzazione incontrollata ha favorito un approccio più responsabile: più green.
Già in questo precedente articolo avevamo approfondito l’importanza del rapporto tra uomo e natura.

Ancora di più. La reclusione forzata nelle nostre case ha messo nettamente in evidenza il nostro bisogno incondizionato di relazionarci con essa.
Insomma l’uomo, sempre connesso con i suoi simili, ha ora necessità di riconnettersi con le sue origini!

E quale realtà enfatizza al massimo questo bisogno? La giungla!

Procediamo allora con una selezione di progetti legati a diversi ambiti che hanno cercato di reinserire la giungla nelle nostre vite!

LA LOWLINE
La giungla suburbana

Abbiamo citato sopra la questione della giungla di cemento, uno scenario che ormai si è espanso in modo incontrollato. Tanto che uno dei problemi da risolvere oggigiorno è dove riuscire a reintrodurre aree verdi a livello urbano.

Un progetto molto interessante è stato sviluppato a New York tra il 2015 e il 2018. Dove una città come la Grande Mela poteva ipotizzare un nuovo spazio? Sottoterra! Ebbene l’esperimento ha voluto testare la crescita vegetale progettando una vera giungla suburbana. Il laboratorio, situato in un market abbandonato dell’East Side, sfruttava una particolare tecnologia che incanala l’energia solare e la trasmette all’interno tramite appositi pannelli a nido d’ape.

Concrete Jungle sopra / undergound Jungle sotto

Casa de Vidro di Lina Bo Bardi
Architettura

Tantissimi i progetti architettonici realizzati a stretto (a volte strettissimo) contatto con la giungla. Quello selezionato qui è un omaggio ad una grande progettista italiana: Lina Bo Bardi. Le sue opere spaziano tra architettura, design, scenografia ed arte. Nel suo percorso il dialogo tra artefatto umano e natura è stato fondamentale.

La Casa de Vidro progettata nel 1950 a São Paulo in Brasile ne è un esempio! Un’architettura razionalista che, con le sue forme lineari e trasparenti, si posiziona all’interno del contesto tropicale. Le forme semplici dell’architettura non prevaricano arrogantemente su quelle naturali, ma anzi le esaltano. Mentre l’esile struttura longilinea si intreccia visivamente con le forme slanciate degli alberi circostanti. Nondimeno, risulta affascinante come la collezione al suo interno sembri far parte delle giungla stessa. Infine le grandi vetrate permettono una spiccata permeabilità che favorisce il dialogo tra interno ed esterno.

© Casa de Vidro / foto: Nelson Kon

IT’S A JUNGLE IN THERE – ZANOTTA
Interior design

Perché limitarsi alla solitaria piantina quando l’interno del nostro appartamento di città può diventare una vera giungla? Questo è quello che ci propone il brand di design Zanotta con la storia sviluppata da Enrico Forestieri per raccontare i suoi prodotti di design.

La presenza di piante viene esasperata ricreando una vera e propria vegetazione fitta che si unisce alle forme organiche degli arredi. Ci colpisce lo scrittoio Cavour che ricorda i pieni e vuoti articolati delle piante in contrasto con le geometrie degli elementi a blocchi. Una scena sicuramente suggestiva che viene osservata dalla piccola tigre rossa accomodata sull’iconica poltrona Sacco.

© It’s a jungle in there / catalogo Zanotta 20-21

Hyper Leaves – prada
Installazione pop up

Le vetrine nascono per darci un’affaccio sul mondo che un determinato negozio contiene. Cosa succede invece se l’apertura instaura un collegamento con un altro luogo? È quello che ha fatto Prada in collaborazione con le Galeries Lafayette Paris Haussmann: dal 14 gennaio al 10 febbraio 2020 le vetrine si sono trasformate in una giungla diffusa. Una connubio tra foglie tropicali e neon verdi che diventano la struttura espositiva del brand. La visione green continua all’interno con una vera e propria struttura pop up verde che si espande nello store. Le forme fungono da espositori per i prodotti, mentre il neon, luminoso e accattivante, accende lo spazio e gli occhi del cliente.
Se la struttura luminosa vi ha affascinato, in questo articolo abbiamo raccontato come la luce permetta di disegnare forme nello spazio.

© Prada / fonte: Archilovers

Anantara Golden Triangle Elephant Camp
resort

Molti resort esotici permettono un pernottamento nel cuore della giungla. Eppure non tutti vi permettono di dormire dentro bolle trasparenti in un’area abitata da elefanti! L’Anantara Golden Triangle Elephant Camp & Resort in Thailandia offre proprio questo: un’esperienza a stretto contatto con gli animali locali.
Le “Jungle Bubble” sono strutture di 22 metri di diametro realizzare in un materiale tecnologico in poliestere trasparente. Una bolla in cui sentirsi totalmente immensi nella giungla.

La questione elefanti e turismo in Thailandia è molto delicata. Per decenni i pachidermi sono stati sfruttati terribilmente come mezzi per attrarre turisti. Nell’ultimo decennio l’approccio è cambiato favorendo il contatto con gli animali in centri specializzati per accoglierli e tutelarli. Il Golden Triangle Elephant Camp agisce in questo senso: una fondazione che salva gli elefanti dallo sfruttamento incosciente e gestisce la convivenza naturale tra uomo e animale.

© Anantara Golden Triangle Elephant Camp & Resort / fonte: Trendland

I progetti che richiamano la giungla sono davvero tanti! D’altronde è una realtà che ha sempre suscitato fascino per l’uomo poiché ne richiama gli istinti primordiali.
Vi è venuta voglia di un’esplorazione selvaggia?